Michelangelo Pistoletto e l’Arte Povera

Intorno agli anni Sessanta (1962 – 1977) nel panorama Italiano ed Europeo nasce una nuova corrente artistica: l’ “Arte Povera”, e in Italia abbiamo avuto uno dei maggiori esponenti: Michelangelo Pistoletto. Essa è considerata uno dei movimenti più influenti e significativi di quegli anni.

Il nome è stato creato da Germano Celant nel 1967 proprio perché questo movimento ha come peculiarità da parte degli artisti l’uso di materiali comuni.

Con questi materiali, detti anche materiali poveri, gli artisti si pongono lo scopo di produrre opere concrete dal messaggio intellettuale.

michelangelo pistoletto - arte povera

Secondo Celant la caratteristica di questo movimento consiste nello sviluppare una relazione tra l’opera e l’ambiente dando così rilevanza anche agli elementi che la compongono.

Nello stesso anno in cui è stato coniato il termine “Arte Povera” viene allestita nella “Galleria La Bertesca” di Genova una mostra dal nome “Arte Povera e IM Spazio”.

In essa si potevano ammirare le opere dei principali artisti di riferimento del movimento, come ad esempio  Kounellis,  Fabro,  Boetti,  Merz ed infine Pistoletto.

In particolare ci soffermiamo sul pensiero e sulla visione di quest’ultimo artista, Michelangelo Pistoletto, definito come uno dei più importanti esperti dell’Arte Povera.

Arte Povera: Michelangelo Pistoletto

Pistoletto nasce a Biella nel 1933 ed è uno degli artisti italiani viventi più importanti nel nostro panorama artistico.

Nel mondo dell’arte ha iniziato a muovere i suoi primi passi intorno al 1947 con due importanti esperienze che hanno segnato il suo intero pensiero artistico.

La prima riguarda il lavoro con il padre restauratore di quadri e il secondo la frequentazione della scuola pubblicitaria di Armando Testa.

Così Pistoletto acquisisce non solo la cura e l’attenzione per il dettaglio ma anche la capacità di trasmettere, con le proprie opere, un pensiero profondo e immediato.

Quadri Specchianti

Pistoletto è molto famoso per le sue opere “Quadri Specchianti”. È infatti considerato da molti l’artista degli specchi per l’utilizzo delle superfici riflettenti nella composizione delle sue opere.

Inizialmente le opere realizzate sono state dipinte su fondo nero e riflettente, successivamente sono stati sviluppati diversi esperimenti che hanno reso lo sfondo maggiormente riflettente.

Grazie a tutto ciò Pistoletto ha individuato nell’acciaio lucidato a specchio il materiale più adatto per le proprie opere. Per quanto riguarda la modalità di inserimento della fotografia anche qui ci sono state diverse sperimentazioni.

Inizialmente ha provato ad applicare direttamente sulla lastra di acciaio lucidata l’immagine ritagliata, ma questa soluzione dava l’impressione che la fotografia conservasse il carattere di inserto.

In un secondo momento ha testato l’utilizzo di uno specchio normale ma anche quest’ultima soluzione è stata scartata per i problemi che lo spessore del vetro comporta.

Nel 1962 si giunge alla soluzione: una lastra di acciaio inox lucidato sulla quale è applicabile l’immagine ottenuta tramite la tecnica di riporto fotografico.

Con questa nuova frontiera artistica Michelangelo Pistoletto raggiunge riconoscimenti e successi internazionali che lo porteranno a realizzare numerose mostre sia in Europa sia negli Stati Uniti.