Renato Guttuso e il Novecento italiano

Renato Guttuso viene individuato come un esponente di spicco del neorealismo con le caratteristiche dell’influenza dell’ottocento francese e del cubismo di Picasso; questo lo erge a uno dei più grandi pittori italiani del Novecento.

Guttuso nasce a Begheria, in Sicilia, sebbene sia segnalato come suo luogo di nascita Palermo, quale scelta dei suoi genitori. Nasce da una famiglia d’arte, dove il padre spesso e volentieri si dilettava con gli acquerelli. Già all’età di 13 anni, Guttuso, crea le sue prime opere pittoriche di paesaggi siciliani e artisti e, subito dopo, partecipa alla sua prima mostra collettiva.

Finiti gli studi si trasferisce a Milano, poi a Roma dove espone per la prima volta alla I Quadriennale. Qui conosce artisti della tendenza anti-novecentista e guadagna l’appellativo di “Sfrenato”.

Diventa così il punto di riferimento del neorealismo italiano del secondo Novecento dove i suoi quadri e le sue opere ricorrono ancora i temi sociali e i soggetti della sua terra natia, la Sicilia. Su queste basi si specializza nei ritratti di natura morta e il suo focus diventano interni contenenti cesti, frutta, cactus, tendaggi colorati, dove fanno da padrone i colori caldi.

La fama arriva però con i grandi formati e l’ispirazione religiosa. Infatti, ne La Crocifissione, le polemiche furono non poche, da parte del clero e del fascismo poiché il messaggio di Guttuso era una denuncia agli orrori della guerra.

Ne La spiaggia, invece, con riferimento alla spiaggia di Ostia, ritroviamo nell’opera il pittore Pablo Picasso, conosciuto personalmente dall’artista, che strofina su di se un telo verde quasi come un torero. Il dipinto raffigura uomini e donne abbronzati, mandando il messaggio del benessere collettivo.

Nella seconda metà degli anni Sessanta dove Guttuso conosce la sua “nuvola bionda”, Marta Marzotto. Gioie e dolori di un’importante figura che riempie la sua vita privata tanto da dedicarle la celebre serie delle Cartoline, un insieme di 37 disegni e tecniche miste. Marta Marzotto diventa così, a tutti gli effetti, la sua musa ispiratrice.

Il suo capolavoro però coincide con “La Vucciria”: un realismo nudo e crudo che racconta il mercato di Palermo. Ancora una volta è il forte senso del colore e la realtà così ben dettagliatamente riportata a rendere questo dipinto il suo più celebre che, ad oggi, è al Palazzo Chiaramonte-Steri, nel Rettorato dell’Università di Palermo.

Renato Guttuso muore a Roma, all’età di 75 anni e molte delle sue opere sono raccolte nel Museo Guttuso a Villa Cattolica, laddove è stato sepolto.