Questi tre lavori fanno parte di una serie iniziata nel 2016 che ho chiamato “Le Cementine” . Come suggerisce il nome, queste opere vogliono rievocare, nella forma e talvolta anche nel contenuto, le antiche piastrelle esagonali che con i loro motivi geometrici hanno fatto la storia dei rivestimenti per pavimenti a cavallo tra ʻ800 e ʻ900 in Italia, anticipando persino la “optical art”.
Le composizioni emulavano i “tappeti” e creavano illusioni ottiche in anticipo sulle tendenze artistiche degli anni ʼ60. I miei lavori intendono riprendere questo prodotto artigianale, tipico della nostra tradizione, e renderlo contemporaneo: un contenitore classico di forme innovative e sperimentazioni inedite.
Le tele esagonali possono giocare incastrandosi le une con le altre in grandi composizioni, creando dei veri e propri tappeti verticali che si snodano sul muro in infinite combinazioni, oppure restano uniche e sole, come in questo caso, e così lʼesagono diventa un simbolo, la forma perfetta, geometrica che si fa struttura portante e permette la nascita al suo interno di qualcosa di nuovo, di nuove forme in divenire.