L’opera Fiore Mediterraneo è un olio su tavola, anno 2007. Ai margini, a mo’ di cornice, si stagliano e nello stesso tempo si aprono al movimento strati di dominante marrone, come ad indicare non solo la terra come fondo delle radici ma anche la terra madre che ci accoglie nel suo grembo e ci avvolge nell’aria. All’interno di questo involucro, in uno slancio quasi alternato di chiari, di sprazzi azzurrini e tonalità di verde intorno a sterpi secchi color legno, spunta una pianta, non fiorita o forse non ancora fiorita.
L’opera, di bell’impatto visivo nelle sue armoniche disarmonie, appartiene a quel filone astratto attraverso cui il Maestro Vavuso trasfigura nel colore e nella vaghezza delle forme il suo slancio verso la creazione artistica e il sogno di una liberazione delle energie personali e sociali. Come spesso succede nelle astrazioni di Vavuso, all’interno delle informalità di linee e colori, si intravedono figure chiaramente evocative del reale, che volta per volta contribuiscono a far emergere dalle pittoriche vaghezze un messaggio più chiaro e più forte.
In questo caso, lo spuntare del fiore mediterraneo, nel contrasto tra i colori chiari della pianta e quelli scuri e/o oscuri della terra, vuole esprimere il grido di dolore contro quelle forze morali e sociali che ottundono la liberazione del nostro spirito e la necessità di una palingenesi attraverso lo spuntare di nuovi germogli. È una “rinascita” faticosa e fortiera di lotta e di tensione. È una rinascita che, se riesce a far spuntare gli steli, non è ancora in grado di far nascere i petali.
La forza del fiore nascente sembra però in grado di avere la meglio, per cui la pianta non appare come quella di un fiore soffocato ma quella di un fiore che sta nascendo, o rinascendo, nonostante il potenziale “soffocamento”. E quindi l’opera intera assume il sapore poetico di caldo sussurro di speranza.